lunedì 7 maggio 2012

SABATO 12 MAGGIO 2012

LA SOCIETÀ UMANITARIA DI MILANO



a conclusione del corso 2011-2012 di Giovanni Sias, La cultura della psicanalisi, organizza la
CONFERENZA – DIBATTITO

LA CULTURA DELLA PSICANALISI. IL TEATRO DELL’INTERPRETAZIONE



con la partecipazione del Movimento Psicanalitico dei Nodi Freudiani di Milano e della Ginestra Associazione psicoanalitica di Milano presso la



SOCIETÀ UMANITARIA DI MILANO, SALA CINEMA, VIA San Barnaba, 48 ALLE ORE 16 DI SABATO 12 MAGGIO 2012.



Come avviene l’interpretazione e qual è il valore del sogno nella fondazione dell’esperienza psicanalitica? Soprattutto, qual è l’interpretazione che possiede la forza e apre la possibilità, in una esperienza psicanalitica, dell’elaborazione dei nomi attraverso i quali un soggetto incontra il mondo e gli oggetti del mondo con i quali entra in relazione, e allo stesso tempo elabora tale relazione. Contrariamente a quanto supposto fino a ora, il sogno presenta possibilità interpretative inedite, non più fondate sull’interpretazione simbolica o ermeneutica, ma che apre a modelli interpretativi letterali e, soprattutto, teatrali. In particolare l’interpretazione teatrale è quella che si approssima di più alla struttura del sogno. Questi modelli interpretativi si avvicinano alle modalità interpretative nell’ebraismo, e in particolare nel chassidismo secondo gli studi di Marc-Alain Ouaknin. In questo senso nessuna interpretazione possiede il carattere di verità, è sempre provvisoria, e non raggiunge mai il suo punto finale. Nel suo movimento continuo l’interpretazione entra sempre in conflitto con le sue determinazioni, cioè è continuamente falsificata dal suo stesso movimento, e la sua indeterminatezza, provvisorietà e impermanenza consentono la continua espansione del pensiero e la rielaborazione e costruzione delle condizioni di esistenza. Tutto questo non dipende in nessun modo dall’analista. Si può solo affermare che in assenza di analista tutto ciò non può avvenire. L’analisi riguarda sempre la relazione di un soggetto con l’oggetto (relazione in cui individuiamo il transfert e le sue “manovre”), con le variazioni di un oggetto in continuo movimento e sempre cangiante con cui un individuo entra in relazione, un oggetto che non si può mai rinchiudere in un definizione che garantisca la certezza e la permanenza del suo “essere”. Per questa via, dunque, possiamo anche intendere l’interpretazione come una “meditazione” intorno ai nomi con cui ci si inoltra nella conoscenza dell’oggetto e che elaborano la relazione con esso.

                                                
   

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