giovedì 14 febbraio 2013

ZonaArte


Eccoci al nostro consueto appuntamento con l'arte del riciclo, oggi parleremo di un grande protagonista dell’arte contemporanea, John Chamberlain, da molti considerato il Pollock della scultura, esponente di rilievo dell'espressionismo astratto.



Le sue sculture sono realizzate con materiali di recupero provenienti da carcasse di automobili, schiacciate e contorte, dai bordi frastagliati, poi assemblate insieme e colorate con tonalità accese, il tutto attraverso uno spontaneo processo di improvvisazione.


Sono diverse le fasi che l’artista ha attraversato con le sue sculture: inizialmente difatti erano realizzate semplicemente in ferro monocromatico, per poi trasformarsi in assemblaggi coloratissimi di parti di carrozzerie dismesse.


Chamberlain usava i colori non rifiniti e i bordi frastagliati del suo materiale preferito (resti di automobili in acciaio) per operare uno spontaneo processo di improvvisazione. Così facendo, riproduceva in tre dimensioni le pennellate istintive e gestuali dell’espressionismo astratto.


L'artista rifiutava la ricerca di significati ulteriori legati alla scelta dei materiali (per molti le sue opere evocavano violenti incidenti stradali) e chiedeva agli spettatori di osservare le sue opere scevri da ogni pregiudizio in tal senso, e di farsi guidare semplicemente dal gioco estetico, ora astrato ora lirico, che i suoi oggetti producevano.


La Gagosian Gallery di Roma ospita, dall’8 febbraio al 9 marzo, una selezione delle opere migliori del famoso artista americano


John Chamberlain (1927–2011) nacque a Rochester, Indiana. Lui studiò presso The Art Institute of Chicago (1951–52) e Black Mountain College (1955–56), e si trasferì a New York nel 1956. Le sue opere sono incluse in importanti collezioni museali, tra cui la Chinati Foundation, Marfa, Texas; la Menil Collection, Houston; il Solomon R. Guggenheim Museum, New York; il Whitney Museum of American Art, New York; il Museum Ludwig, Colonia; and la Tate Modern, Londra. Ebbe la sua prima retrospettiva nel 1971 presso il Solomon R. Guggenheim Museum, New York, seguita da oltre 100 mostre personali, tra cui quelle presentate presso la Dia Art Foundation (1983); "John Chamberlain: Sculpture, 1954-1985", Museum of Contemporary Art, Los Angeles (1986); Staatlich Kunsthalle Baden-Baden (1991); "John Chamberlain: Sculpture", Stedelijk Museum, Amsterdam (1996); "John Chamberlain: Foam Sculptures (1966–1979) and Photographs (1989–2004)", Chinati Foundation, Marfa, Texas (2005–06); "John Chamberlain: American Tableau", Menil Collection, Houston (2009) e "Choices", Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2012). La sua opera è stata inclusa in numerose manifestazioni internazionali, tra le quali si annoverano Bienal de São Paulo (1961, 1994), Biennale di Venezia (1964), Whitney Biennial (1973, 1987), e Documenta 7 (1982). La mostra "Chamberlain at the Fairchild" è attualmente in corso presso il Fairchild Tropical Botanic Garden, Coral Gables, Florida, fino al 30 aprile 2013.

Chamberlain morì a Manhattan nel 2011.

BUON SAN VALENTINO DA ZONAFRANCA!


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Premio Itwiin Intl. 2009 per la salvaguardia dell’ambiente
L’altra faccia del macero - Comieco

venerdì 8 febbraio 2013

ZonaArte


Sayaka Kajita Ganz è un’artista nata a Yokohama in Giappone, ma cresciuta in giro per il mondo fino a stabilirsi a Fort Wayne in Indiana (US), dove è un’insegnante di materie artistiche.

Sayaka scandaglia la sua casa di Fort Wayne per cercare utensili di plastica, giocattoli, pezzi di metallo, e altri oggetti di scarto che possono dare “una seconda vita, una nuova casa” attraverso le sue sculture

“Ho solo selezionato gli oggetti che sono stati utilizzati e scartati. La storia umana dietro a questi oggetti prende vita ai miei occhi. Il mio obiettivo è che ogni oggetto può trascendere le sue origini venendo integrato in una forma animale che sembra viva” ha spiegato l’artista sul suo sito internet.

Le sue sculture rappresentano con un’estrema delicatezza e poesia degli animali in movimento, immortalati nella tensione di quel preciso attimo. Il suo gusto è impressionista, la scultura non è raffigurata in modo realistico, ma il particolare stile di Sayaka Kajita Ganz trasmette in modo intenso la vitalità, la velocità e il movimento.

La sorpresa c’è una volta che ci si avvicina alle sue opere e si scopre che le sculture sono composte da oggetti di uso quotidiano riciclati. La decisione di dare un nuovo utilizzo a questi oggetti deriva dalle influenze che ha avuto da bambina, secondo la tradizione Shintō infatti anche gli oggetti possono avere un’anima.
Inoltre l’artista è sempre stata appassionata di puzzle e da qui troviamo un’altra influenza del suo lavoro.

 
http://www.sayakaganz.com/

Cavalli in plastica riciclata