mercoledì 24 luglio 2013

LE INTERVISTE DI ZONAFRANCA





INTERVISTA AL PROFESSOR GIOVANNI SIAS 17 MAGGIO 2013
 

ZF.  Siamo nell’ufficio di ZonaFranca in Piazza San Romano a Lucca, nostro ospite è il professor Giovanni Sias che per la nostra casa editrice ha pubblicato il libro “Appunti per una nuova epistemologia – Psicanalisi, Scienza, Verità” di cui ci parlerà tra poco. Vorrei iniziare questa breve chiacchierata chiedendo cosa evoca in lui il nome  ZonaFranca e cosa vuol dire aver pubblicato un testo di grande importanza con una casa editrice dalle caratteristiche assai particolari.

SIAS. ZonaFranca evoca un principio di libertà, la zona franca è quella che sta sul confine e quindi dove esistono due lingue, due monete, due leggi, due diritti diversi e poter attraversare il confine è effettivamente una grande esperienza di libertà soprattutto questo potersi muovere fra le lingue, fra i linguaggi con apertura con libertà. Quindi la parola ZonaFranca evoca l’immagine della libertà, il sentimento della libertà.

ZF. Professor Sias, vorrei una sua opinione, un suo commento sull’esperienza che ha avuto dando questo suo testo alla nostra casa editrice e vorrei anche una sua “scheda tecnica” sui contenuti della pubblicazione che ha scritto per ZonaFranca

SIAS. Prima, in macchina, parlavamo della prevaricazione di internet ai nostri giorni, questo vale anche per l’editoria, ormai si dice che il destino dei libri sia su internet, gli e-book, quindi fare un libro cartaceo oggi ha un valore particolare perché si preserva la bellezza del libro, la bellezza della sua forma, del suo concepimento. Fare un libro per ZonaFranca, così particolare, un libro da collezione, da’  l’idea di potersi rivolgere al bello facendo un libro e a me questo piace molto, piace molto questa copertina, questa idea, il fatto che siano prese cose semplici e trasformate in cose preziose, ne ho scritto anche nel mio primo libro di questa tematica. E’ dagli anni Novanta che io accarezzo l’idea di poter fare cose preziose da cose semplici, purtroppo io maneggio solo parole e le mie mani non hanno queste capacità … e quindi aver trovato ZonaFranca ed aver visto questi libri di cartone ed aver anche con una certa sorpresa sentito ZonaFranca propormi  di scrivere un libro è stato qualcosa di molto bello, proprio nel senso della bellezza più semplice.  Ho raccolto  una sfida, perché l’argomento, per quanto mi interessasse molto, era  un argomento che non avevo ancora trattato. Io, di solito, per cercare di comprendere la psicanalisi, di costruirne la sua teoria, mi rivolgo agli inizi seguendo una tipica lezione di Machiavelli, ma non tanto agli inizi di questa pratica quanto agli inizi della civiltà, la civiltà che conosciamo noi, cioè nata dall’alfabeto, che fondamentalmente è la civiltà greco- ebraica, in particolare il pensiero greco non tanto quello classico filosofico quanto quello pre-filosofico così come della cultura ebraica mi interessa  molto la sapienza ebraica, la scrittura dei profeti, in particolare dei profeti anteriori. Nel libro ci sono tutti questi echi  e soprattutto ci sono molti rimandi alla cultura ebraica. Questa volta però invece di rivolgermi all’origine della nostra cultura,  ho voluto provare a rivolgermi all’origine della psicanalisi, cosa che in realtà, pensandoci bene, in tanti anni, in tanti lavori, non avevo ancora fatto; io mi ero rivolto molto alle grandi opere di Freud e  non a quei pochi casi clinici di cui ha scritto all’inizio della sua ricerca, che sono stati estremamente stimolanti anche perché hanno consentito di entrare in uno spaccato molto breve, ma mi sembra anche abbastanza intenso, di quella che è stata la vita e l’esperienza di Freud, delle difficoltà che ha incontrato. Noi pensiamo adesso a questa persona come un grande scienziato, uno che ha avuto una grande fortuna ma Freud era anche una specie di derelitto della società, era un personaggio di nessun conto, la più grande opera che oggi è citata e continuamente letta in tutto il mondo è “L’interpretazione dei sogni” che quando uscì non ebbe nessuna risonanza, qualche motivo di scherno, una sola recensione, tra l’altro abbastanza grottesca che ridicolizzava il libro e lo studio, ha venduto qualcosa come 200 copie in sei anni, e tutta la sua vita è stata così difficile sia dal punto di vista professionale che familiare, economico e così via, addirittura era considerato un ciarlatano per cui i suoi colleghi e quelli che erano stati studenti insieme a lui all’università e che erano diventati neurologi o psichiatri, si rifiutavano di fare consulti con lui  perché era una persona ritenuta di nessuna serietà. Quindi tra lo spaccato di vita e  la teoria che cresce io ho provato a mettere insieme queste cose creando un brano teorico e biografico soprattutto prendendo le critiche di alcuni grandi filosofi, non dell’epistemologia tout court che è nata intorno alla psicanalisi e alla psicologia. In particolare cinque filosofi che sono tra gli autori più importanti della nostra epoca, e quindi ho evidenziato lo sviluppo del discorso di questi filosofi e la nascita della teoria psicanalitica, perché di questo mi sono occupato, della sua nascita e addirittura del tempo in cui era ancora preanalitica  perché questi primi casi clinici freudiani, quasi tutti quelli di cui ha scritto sono di epoca preanalitica. Ho approfondito quindi la teoria psicanalitica con il suo svolgersi, di cui Freud si è occupato come  anchedei grandi temi dell’etica, in fondo il destino della psicanalisi è questo, occuparsi dei temi dell’etica.

ZF. Il suo lavoro, professore, si rivolge anche all’estero, come abbiamo detto prima, principalmente verso la Francia dove lei ha pubblicato.  Uscirà in questi giorni un suo nuovo lavoro, e potremmo anche valutare l’ opportunità di tradurre questo testo pubblicato da ZonaFranca anche in lingua francese. Ci può illustrare questo suo nuovo lavoro ? In cosa si articola?

SIAS. Questo nuovo lavoro riguarda molto l’origine della nostra cultura, fa parte di uno dei due grossi lavori preparatori che ho fatto per la pubblicazione del libro “Fuga a cinque voci” dell’editore Antigone di Torino. La “Fuga a cinque voci” è il libro che si  dipana attraverso la cultura greco-ebraica. I due lavori preparatori erano appunto uno sul  logos di Eraclito, sul lavoro eracliteo e sul logos, e l’altro riguardava invece i testi sapienziali  ebraici dallo Zohar ai testi più antichi e così via. Il lavoro sul Logos lo ha pubblicato qualche anno fa Amedeo Anelli nella rivista ‘Kamen e da lì i francesi lo hanno ripreso e hanno voluto tradurlo. Non hanno ancora tradotto il libro ma stanno traducendo i lavori preparatori, ma così va il mondo. Di pubblicazioni in Francia ne ho fatte parecchie, ho pubblicato anche in altre lingue, ma molto meno, invece i francesi hanno pubblicato moltissimi dei miei lavori e alcuni lavori erano scritti proprio per il mercato francese. La possibilità della traduzione di questo libro in Francia è auspicabile perché è un piccolo libro del cui contenuto sono molto contento e secondo me un libriccino così potrebbe fare il tour de France questa volta.

 


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